ASIAN STUDIES GROUP

mercoledì 25 luglio 2007

The Interview: Giuseppe Piva, my business with Japan? A deep personal passion


I'd want to stress my last interview published last week on Corriere Asia. Protagonist was Mr Giuseppe Piva, expert business man in Japanese culture and arts, who owns a prestigiuos art gallery in Milan, near San Babila square. His father has a long experience about antique dealer's profession and Giuseppe inherited the interest in a very particular and serious activity such this.
Now He's also studying japanese to improving his knownledge about undestanding japanese culture and communication.

Dalla passione al business: l'antiquariato giapponese a Milano


MILANO: Una galleria nel cuore del centro storico di Milano. A pochi passi da Piazza San Babila è possibile immergersi in uno spazio curato che ospita pezzi d'antiquariato giapponese di grande livello e dall'elaborata selezione. Abbiamo voluto incontrare il giovane proprietario della galleria d'Arte Giapponese, Giuseppe Piva e sentire direttamente dalla sua voce testimonianza sull'andamento di un'attività complessa come quella dell'antiquario e dell'esperto d'arte. Ancor più accattivante e pregnante come attività nel momento in cui, come nel caso di Piva, questa venga a confrontarsi con un panorama così distinto per dinamiche e comunicazione negli affari, come quello giapponese.

Paolo Cacciato: Come ben saprai il nostro magazine cerca di accostare ad approfondimenti sull'economia e i mercati in Asia, anche il parere concreto di chi con l'Asia orientale ci lavora tutti i giorni e fa della propria relazione motivo di business. Arrivando alla tua esperienza, una prestigiosa galleria d'arte giapponese nel cuore di Milano e un giovane ma altrettanto preparato gallerista ed esperto d'antiquariato orientale si rivelano armi valide per fare affari a Milano?

Giuseppe Piva: Milano è una città ricca d'opportunità: un impegno profondo e un approccio serio a questo tipo di business alla fine risultano premianti.

P.C.: Da quanto esiste la tua galleria e quali difficoltà hai incontrato all'inizio della tua attività? Coma nasce la tua passione per l'arte giapponese?

G.P.: E' una passione davvero vecchissima: risale a quando ero bambino. Ho affrontato questa avventura con spirito estremamente positivo e fiducioso, per cui non ho mai affrontato "difficoltà". Casomai "situazioni da risolvere".

P.C.: Quali sono le caratteristiche dei tuoi clienti? I profitti in Italia si rivelano di una certa portata, o come spesso ci hanno riportato molti imprenditori intervistati, il respiro più ampio ai guadagni lo si deve ricercare su altri mercati europei?

G.P.: L'Italia ha una lunga storia di collezionismo d'arte giapponese. Ho aperto questa attività per riaccendere il desiderio collezionistico nei giovani verso le cose che tratto. Tuttavia essendoci pochi operatori anche a livello europeo è giocoforza che il mercato da considerare sia assolutamente globale.

P.C.: Trovi che il tuo intuito artistico sappia rispondere alle esigenze dei tuoi acquirenti? Come ti scontri con la concorrenza che sembra in notevole aumento in un momento in cui la passione per l'Oriente e l'attratività per il fascino estetico dell'arte orientale sembra essere tornati in grande voga?

G.P.: Il livello qualitativo dell'antiquariato che tratto nella mia galleria è abbastanza raro da trovare in giro. La presenza degli importatori non mi da' assolutamente fastidio perchè ci rivolgiamo a clientele completamente differenti.

P.C.: So che ti rechi puntualmente in Giappone, noti nel tuo dialogo d'affari con i tuoi fornitori un dinamismo o una propositività che manca spesso all'imprenditore italiano? Ci tacciano difatti spesso di lentezza propositiva, di criticità sostenuta nei confronti del mercato orientale. Non trovi che questo possa valere nel confronto con il partner cinese, coinvolto in dinamiche di sviluppo dalla rapidità sconvolgente e forse più avido d'affari, rispetto alla realtà giapponese?

G.P.: Ho trovato nei giapponesi ottimi interlocutori, anche se complicati da gestire.
Il mercato cinese è in piena esplosione, niente di paragonabile a quello giapponese.

You can read the entire interview on Corriere Asia
on the following link
http://www.corriereasia.com/_var/news/DVSUFVJ-EMCINVG-BMVC.shtml

venerdì 13 luglio 2007

Il Giappone dell'illegalità: documentario gallese scuote il silenzio


TOKYO: Pensando alla realtà giapponese e in particolar modo al controllo dell'immigrazione e della gestione delle attività lavorative valide ad ottenere un permesso di soggiorno in regola, immediatamente si ha in mente una realtà occlusiva, difficile da aggirare ed estremamente cauta nell'illecito. Io stesso durante i miei viaggi in Giappone ho sperimentato, al tempo in cui mi recavo per studio, il diniego di gestori di locali o di piccole agenzie di servizi, di fronte alle mie richieste di lavorare in una sorta di "nero legalizzato", o "arubaito" come è definita in giapponese l'attività lavorativa part time o saltuaria senza particolare forma contrattuale, compiuta dai giovani studenti universitari per mantenersi agli studi. Ero straniero, in una realtà sociale prettamente giapponese, pulita, ordinata e regolarizzata. Pur parlando la loro lingua e pur avendo diversi contatti d'appoggio non fu facile, come può esserlo per il caso italiano o europeo in genere, trovare lavoro, soprattutto se si è stranieri e con un semplice visto turistico. Me la cavai con un lavoro presso una pizzeria italiana gestita da giapponesi, amici di carissimi amici.

Ma c'è una realtà che sottende all'apparente rigidità legalizzata dei numerosi locali a cui mi rivolsi per cercare lavoro a Tokyo. Ed appartiene al mondo dei locali notturni, invasi da centinaia di hostess straniere di bella presenza che lavorano come intrattenitrici nelle numerosissime discoteche, clubs o locali d'intrattenimento erotico della capitale. Basta passeggiare per Roppongi per rendersi conto di quante giovani donne straniere siano alle porte dei locali ad invitare i clienti ad entrare e, subito dopo aver varcato l'ingresso, magari spalleggiati da giovani buttafuori di colore alti due metri, ci si rende conto di cosa si nasconda dietro l'apparente immaculatezza dell'illegalità giapponese: sesso, droga, appuntamenti e perversione. Tutto diviene lecito nella patria della yakuza e paradiso del divertimento notturno di una capitale che non dorme mai.

Queste ragazze sono assunte senza alcun permesso di soggiorno e senza alcuna tutela legale contro possibili aggressioni, atti di malavita e soprusi. In Giappone ciò che da noi è sugli occhi di tutti e affollato agli angoli dei marciapiedi delle metropoli e nella maggior parte dei casi affrontato con atti di polizia e d'intervento da parte della magistratura, qui è tutto perfettamente riordinato all'interno dei locali, in microcosmi celati a qualsiasi intervento di polizia o d'indagine della magistratura.

Oggi l'ipocrisia del silenzio dell'amministrazione giapponese, così è definita dalla stampa l'atmosfera che circonda il fenomeno, è denunciata dalle pagine del Japan Times. Di stamani, difatti, è la pubblicazione dell'esperienza di una giornalista che dopo aver assunto in incognito i panni di una giovane e bella gaijin senza permesso di soggiorno, ha affrontato da sola il percorso seguito da molte altre giovani straniere attirate dallo scintillio della capitale giapponese e finite, magari ingenuamente, in una rete malavitosa da cui è difficile non solo uscire, ma soprattutto trovare tutela legale.

La reporter inglese Sian Morgan, si finge hostess per condurre un documentario per conto di Welsh TV ed aiutata dal collaboratore Dai Davis inizia la ricerca di un lavoro. Il risultato? Nulla. Senza un permesso di lavoro nessuno è disposto ad assumere Morgan, in possesso di un semplice visto turistico della durata di tre mesi. "Come poter ottenere un permesso di lavoro se nessuno il lavoro me lo vuole dare?" si chiede Morgan. "In Europa trovi un lavoro e chiedi che ti venga riconosciuto lo status di lavoratore regolare, qui in Giappone sembra il contrario, assurdo!"

Lo special prosegue su Corriere Asia
al link http://www.corriereasia.com/_var/news/DVPTHKR-EMCAGCK-QFI.shtml
Nuovo Corso di lingua Giapponese a Milano

mercoledì 11 luglio 2007

Special Interview with Banana Yoshimoto

I met Banana on the occasion of the last conference promoted by Milanesiana 2007, a list of summer cultural events in Milan. The topic of the day was "Women and Power" and about it Yoshimoto was invited to explain her books character. But on my case I asked her informations about the typical manga atmosphere that readers can frequently perceive in her works. You can read here the incipit of my interview. Complete version is published on Corriere Asia, the on line magazine which I'm working for, and you can easily read it on the following link http://www.corriereasia.com/_var/news/DVQWLPM-EMCWXWZ-ISO.shtml






Banana Yoshimoto a Milano: i miei libri? sono le "registrazioni" dei sentimenti umani

MILANO: L'occasione per conoscere Banana Yoshimoto è data dalla chiusura della rassegna culturale della Milanesiana 2007, tenutasi sabato 7 luglio nella Sala Dino Buzzati della Fondazione del Corriere della Sera a Milano. La scrittrice giapponese è ospite d'onore nella tavola rotonda intitolata "Donne e potere", un tema per cui, nell'invito rivolto alla Yoshimoto, si è voluto certamente tracciare un sottile riferimento ai personaggi femminili dei suoi romanzi, così carichi di spessore, pieni di sentimento e d' emozione, pilastro portanti di una narrativa, in cui sono proprio le donne a rinascere vittoriose dalle sconfitte di tutti i giorni, dai lutti e dai dolori, nella loro quotidiana naturalezza e apparente semplicità.

Ciò che capiamo da subito, rifacendosi al tema dell'incontro, è che Banana non è di certo una donna di potere, come invece verrebbe naturale immaginare per una personalità letteraria che ha venduto milioni e milioni di libri in Giappone e all'estero, elogiata dalla critica italiana e soprattutto amata da uno sconfinato pubblico giovanile. Invece non avvertiamo nessun fascino da femme fatale, nessun esibizionismo da grande intellettuale, ma la pacata conversazione di una donna di mezza età, con figlio a seguito, animata, nella sua curiosità creativa, dalla volontà di comunicare attraverso i suoi libri le emozioni di tutti i giorni, la semplicità e nello stesso tempo l'astrusità delle relazioni umane.

P.C.: Grazie di essere ritornata in Italia, so che è sempre felice di rivedere i suoi lettori italiani, molto diversi da quelli giapponesi per curiosità e trasporto dalle storie che narrano i suoi libri.

B.Y.: Sono sempre felice di far ritorno qui anche se spesso non so rispondere a tutto quello che mi chiedono...

P.C.: Sarò breve perché so che non mi è permesso trattenerla a lungo. Facendo riferimento alla sua produzione, saprà quanto l'atmosfera da manga che pervade i suoi romanzi arriva a catturare la sensibilità di moltissimi giovani lettori e affascini per la sua leggerezza anche i meno giovani.

B.Y.: Certo, ultimamente da quando ho avuto mio figlio, mi sono avvicinata moltissimo alla lettura dei manga e non posso che trarre spunto da questo immenso panorama artistico che per molti aspetti forma il background culturale e comunicativo di noi giapponesi.

L'intervista è pubblicata per intero al seguente link
http://www.corriereasia.com/_var/news/DVQWLPM-EMCWXWZ-ISO.shtml

venerdì 6 luglio 2007

And now Japan too has its "Condi Rice"



New Defense Minister Yuriko Koike, 54, is a world traveler fluent in Arabic and English and considered one of the Diet's leading experts on the Middle East. Famous on the specialistic international scene for her intercultural studies and abilities about diplomacy and her knownledge on military issue in the Middle East is a controversal politician. If abroad is considered the better solution to LPD's recent problems pointed out by several Abe's mistakes, in Japan Koike is considered one of most popular conservative politicians who supports textbooks that whitewash Japan's historical record, denies or downplays the Nanking Massacre and "comfort women" (wartime sex slave) issues, and pushes education reforms that stress patriotism in schools.

Koike will be able to preserve a moderate policy improving popular consent on Abe's line?




Il commento: Yuriko Koike, una nuova "Condi Rice" al governo giapponese?
TOKYO: La stampa internazionale la definisce ormai la "Condi Rice" del Giappone. E' la 54 enne Yuriko Koike, il nuovo ministro della difesa, succeduto ieri al dimissionario Fumio Kyuma, invitato caldamente a lasciare il Governo dopo le sue "scomode" affermazioni inerenti all'inevitabilità, o per meglio dire, alla necessità degli attacchi atomici statunitensi per la difesa giapponese dall'invasione sovietica.

Una dichiarazione che oltre ad aver fatto il giro del mondo, ha indignato l'intero Giappone e ha fatto crollare l'indice di gradimento popolare dell'attuale premier Shinzo Abe, già fortemente segnato da una serie di mezzi scandali e da un team di ministri inaffidabile in termini di rassicurante coordinazione politica: ripensiamo al suicidio del ministro dell'agricoltura con una lettera testamento indirizzata proprio ad Abe, le innumerevoli polemiche che hanno riacceso la questione sulle "comfort women", l'atteggiamento filostatunitense proiettato all'intesa per il riarmo giapponese e la creazione di uno scudo d'intercettazione missilistica per tutelarsi da Pyongyang, la linea di ferro assunta durante il dialogo del Six Party e lo stallo di Hanoi nelle trattative per il disarmo nucleare nordcoreano.

Sta di fatto che lo striminzito 30% di consenso popolare per l'attuale guida dell'LPD è crollato negli ultimi giorni al di sotto del 28%. Un'atmosfera pericolosa se consideriamo l'avvicinarsi dell'elezioni parlamentari per il rinnovo della Camera Alta previsto per il prossimo 29 di luglio.

Ed ecco che Abe corre ai ripari. E la risposta più opportuna a salvare la faccia sembra essere offerta dall'onorevole Koike, un vero e proprio "tecnico" in parlamento. La bella signora, difatti, d'ottima cultura, esperta delle dinamiche geopolitiche e d'intervento militare nel Medio Oriente, viaggiatrice convinta con una fluente conoscenza della lingua inglese ed araba è molto amata all'estero, sulla scena delle relazioni geopolitiche difatti, ha saputo distinguersi per l'alto livello di professionalità, per il coinvolgimento e la dedizione sul lavoro e per il carattere carismatico.

E' lo stesso osservatore del Japan Times, Eric Johnston a far notare oggi, nel profilo tracciato sul neoministro giapponese, quanto la popolarità di Koike all'estero, fra i circoli politici e diplomatici, la circondi di grande aspettative per un suo incarico addirittura nella guida del LPD, reso zoppo dalla linea Abe.

Ma in Giappone Koike è conosciuta per ben altro: è risaputo infatti il suo legame politico e di crescita ideologica all'interno dell'LPD fra le fila più conservatrici del partito. Basti pensare, difatti, al suo coinvolgimento con la destrosissima Nippon Kaigi, (Conferenza del Giappone), l'istituto para-politico di riforma nazionalista che comprende al suo interno oltre il 60% degli attuali parlamentari giapponesi, e che ha visto nella direzione, prime della sua entrata al governo, lo stesso Shinzo Abe.




lunedì 2 luglio 2007

Tankan Index Survey: Japanese Firms still optimistic


The quarterly Bank of Japan tankan survey of more than 10,000 companies showed the sentiment index for large manufacturers unchanged at 23. The index for big non-manufacturers, including services, remained at 22.

The results confirmed the government's view of a steadily-expanding economy, said Chief Cabinet Secretary Yasuhisa Shiozaki.

The bank last raised its benchmark interest rate in February, lifting it from 0.25% to 0.5%.

Many analysts believe the central bank will raise rates in August, after July's parliamentary elections.

Fiducia alla crescita economica giapponese
TOKYO: Le aziende giapponesi danno fiducia al mercato. E' quanto rivela l'indagine sull'andamento dell'indice Tankan appena diffusa e condotta, nell'ultimo mese di giugno, dalla suddivisione di ricerca economica della Banca Centrale del Giappone fra oltre 10.000 aziende. Fattori decisivi sono rappresentati dalla crescita generale dell'economia mondiale, la debolezza dello yen e l'accelerazione sul mercato delle aziende coinvolte nel giro d'affari per le esportazioni.

Stessa atmosfera anche dal settore dei servizi, generalmente più sfiduciato in confronto alle aziende impegnate nella produzione. Dati alla mano, il terziario pare sostenere il mercato giapponese con fiducia e stabilità nell'andamento dei titoli da oltre due mesi, mentre le aziende del settore produttivo sarebbero arrivate al quinto mese e in continua crescita per apporti d'investimento nel settore.




Potete leggere il seguito della mia analisi sull'articolo di oggi pubblicato nella sezione economica di Corriere Asia, al seguente link http://www.corriereasia.com/_var/news/DVPONYI-ESWEDPC-VFY.shtml