TOKYO: Un evento epocale che segna un passo importante nella storia delle relazioni diplomatiche fra Cina e Giappone, è il commento che sia la tv che la stampa giapponese oggi continua a sottolineare, in merito all'incontro tenutosi ieri qui a Tokyo fra il primo ministro giapponese Yasuo Fukuda e il presidente della repubblica popolare cinese Hu Jintao. Il 2008 rappresenta per i due interlocutori asiatici l'inizio di un rapporto di "reciproco sostegno", il più importante e condizionante messo a segno nella storia diplomatica dei due Paesi fino ad oggi. Sono passati dieci anni ormai dalla storica visita dell'allora presidente cinese Jiang Zemin in Giappone, nel 1998. Allora Tokyo non riservò l'accoglienza aspettata e la Cina non allentò la morsa critica per le vicissitudini storiche intercorse fra i due Paesi durante il periodo dell'imperialismo giapponese. Dieci anni dopo, nell'anniversario di quell'incontro, l'atmosfera è apparsa totalmente cambiata, nessuna menzione all'imbarazzante critica mossa dieci anni prima, bensì spazio ad un accordo che segna una svolta epocale: Cina e Giappone si impegnano a voltare le spalle al passato e a guardare assieme verso il futuro. Il riferimento al sorpasso dell'empasse storico e filosofico in funzione di un dialogo paritario concreto in termini di beneficio economico e produttivo non è assolutamente celato, come viene fatto notare oggi in un'intervista di Ryosei Kokubun, sinologo e professore alla Keyo University di Tokyo. I sorrisi lasciano percià spazio a concreti riferimenti sulla portata degli interessi che vedono i due paesi allineati: primo fra tutti l'accordo sul fronte dell' energia. Giappone e Cina hanno da diverso tempo ripreso a dialogare sul fronte dello sfruttamento delle risorse di gas e petrolio e sono ben lontani, ora più che mai, da accettare condizionamenti esterni in questo dialogo. L'inquinamento torna ovviamente ad essere oggetto di discussione. Il rinnovo degli accordi di Kyoto attraverso un neo trattato che dovrebbe dal 2012 strutturare un assetto internazionale nei limiti d'emissione di gas nocivi e il controllo dell'effetto serra rappresenta uno dei punti focali dalla "missione diplomatica" giapponese sul tavolo di trattative internazionali. La Cina è il secondo Paese al mondo dopo gli USA a rilasciare quantità di gas nocivi oltre gli standard imposti dal protocollo e proprio ieri per la prima volta Hu Jintao ha assunto ufficialmente l'impegno di considerare il neo protocollo come una "importante necessità" e di varare un controllo delle emissioni dannose settore per settore. Il richiamo in tal senso alla formazione giapponese in termini di how know è nuovamente riproposto. La Cina riceverà il sostegno giapponese per l'implemento delle tecnologie che permetteranno un controllo efficace sugli standard d'inquinamento Hu Jintao ha caldamente richiesto, a mo' di contrappasso, il pieno appoggio giapponese per le prossime Olimpiadi di Pechino, assicurandosi il pieno sostegno mediatico e politico da Tokyo. La risposta di Fukuda ha confermato la piena cooperazione per l'evento come un onore non solo per la Cina ma per tutti i Paesi dell'Asia. Ecco che mai come in queste occasioni il bilateralismo lascia spazio ad una visione multipolare se non addirittura continentale. Termine di riferimento a cui l'Europa è storicamente abituata, ma che rappresenta una reale novità nella geopolitica dei Paesi Asiatici e che lascia spazio a riflessioni sull'importante cambiamento in atto.
Da Tokyo, Paolo Cacciato
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