SHANGHAI: La percezione comune diffusasi nell'ultimo ventennio a macchia d'olio sul panorama commerciale internazionale richiama al protagonismo del made in china su ogni settore.
La diffusione di un marchio distintivo, quella della produzione cinese, trascina con sé timori, perplessità ma come spesso accade il guadagno di molti.
Quello che però pare essere cambiato è il coinvolgimento cinese in questo rapporto produttivo. La Cina post olimpiadi sembra procedere stanca e a tratti mortificata da questo ruolo di "vincente produttore low cost dai dubbi parametri di qualità" e la pone in uno stato di sentito interesse per quelle opportunità che verrebbero a rappresentare un riscatto per l'immagine imprenditoriale e commerciale del Paese.
Un'occasione simile l'ha offerta Autodesk, azienda leader nel settore delle tecnologie applicate alla progettazione design che ha avviato con brillanti risultati la creazione di una comunità di studenti universitari e centri di studi coinvolti in una sinergia di valore atta a fare della Cina non solo il luogo del "made in china" ma anche del "designed in China".
La cooperazione nasce tra l'azienda leader e il ministero dell'Istruzione e ha portato alla realizzazione di un portale da cui gli studenti di facoltà coinvolte possono accedere gratuitamente al download di pacchetti professionali d'alto livello messi in circolazione da Autodesk e sviluppare così durante attività di stage professionali e ricerche interne ai dipartimenti, dei veri e propri laboratori di progettazione per settori quali costruzioni, architettura, industrial design, ingegneria meccanica.
L'iniziativa sta velocizzando l'inserimento dei giovani laureati cinesi sul piano di comunicazione internazionale nel settore del design, permettendo loro di interfacciarsi da subito con applicativi professionali e di sperimentare in attività di training condotte da aziende straniere il confronto con working solutions di portata internazionale.
Questo programma, unito a quello sviluppato oltre tre anni fa per la creazione di un centro di eccellenza informatica interno agli atenei, proietta la Cina in una posizione d'avanguarda almeno per quanto riguarda formazione e strumentazioni a disposizione degli studenti.
L'intenzione ministeriale punta alla preparazione linguistica, tecnica e di approccio open mind dei suoi migliori studenti, chiave di volta per la diversificazione del mercato. Gli atenei coinvolti sono la Tongji University, l'Harbin Institute of Technology, la South China University of Technology (SCUT), e la Jiao Tong University di Shanghai.
La portata generale del progetto pone la Cina in una luce diversa nel dialogo formativo con gli altri paesi e nello stesso tempo lascia riflettere sulle nuove prospettive di competitività per il mercato di riferimento.
I centri europei e italiani in primis hanno molto da dire e da giocare su un settore conosciuto e valorizzato da molti anni, ma è indubbia la tenacia e la preparazione della classe di laureati cinesi: padronanza perfetta di 2 o 3 lingue straniere, conoscenza di applicativi professionali già da neolaureati, e soprattutto voglia di conoscere e approdare verso nuove soddisfazioni professionali.
E' possibile preservare un primato internazionale sul design senza il coinvolgimento diretto di aziende di primo ordine e istituzioni? ma soprattutto quanto gioca la consapevolezza di essere, nel bene o nel male, il centro del mondo mediatico, economico e produttivo già per la formazione di figure tecniche d'alto livello? La risposta comincia ormai ad essere evidente...